UAF: la startup per rendere meno soli gli anziani
E’ nata a Milano, ma presto arriverà anche a Torino e in molte altre grandi città italiane la startup UAF, piattaforma nata con il preciso intento di venire incontro al grave problema rappresentato dagli anziani soli, circa il 30% del totale.
UAF si propone infatti di mettere in contatto gli over-65 senza familiari con dei giovani under-35, cui verrà corrisposto un incentivo orario, che gli permettano di trascorrere qualche ora di spensieratezza in compagnia. Ovviamente i “match” tra le due generazioni verranno resi più efficienti da alcuni questionari, che permetteranno di rintracciare interessi comuni che rendano l’esperienza più arricchente per ambo le parti.
Sono già state scritte tante storie e create molte connessioni di valore tra i suoi nonni e oltre 1000 nipoti che fanno ad oggi parte della community: Ginevra, studentessa di 23 anni, ha imparato a fare la pizza insieme ad Antonio, un ex fornaio di 74 anni; Patrizia, una nonna di 78, ha imparato ad utilizzare mail e whatsapp con grande agilità grazie all’aiuto di Serena; Emanuele e Laura, 84 anni, sono ormai un indissolubile team di burraco. Una startup dunque ad altissimo impatto sociale e pienamente inserita nel campo del welfare.
Così ne parla Cecilia Rossi, 30 anni, co-fondatrice di UAF:
“UAF nasce, in Italia, sull’esempio di altre startup simili che all’estero (ad esempio negli Stati Uniti) hanno già dimostrato che quello dello scambio intergenerazionale può essere un modello di welfare comunitario di successo. Ma è anche il frutto del legame che io e Matteo abbiamo avuto con i nostri nonni, e delle difficoltà di cui abbiamo fatto esperienza, nei nostri nuclei familiari, quando i nostri nonni sono diventati più anziani. Con UAF puntiamo a portare valore a tutti gli attori in scena: agli anziani, che trovano una compagnia giovane e vitale lontana dal caregiving classico delle badanti; alle famiglie, che spesso non riescono a dedicare agli anziani il tempo che meritano e che hanno nei nipoti on-demand degli alleati affidabili e sicuri; ai nipoti, che si arricchiscono dell’esperienza degli anziani; alla comunità in senso più esteso, che ritrova così un legame umano che a volte si perde nelle grandi città.
I nostri nipoti sono tipicamente studenti o giovani professionisti tra i 19 e i 35 anni, spesso con esperienze sociali alle spalle: per entrare a far parte della nostra rete devono superare un accurato processo di selezione, e poi un periodo di formazione con degli psicologi qualificati. Grazie alle collaborazioni con le aziende, possiamo riconoscere ai nipoti un contributo per ogni ora di compagnia, tenendo allo stesso tempo il prezzo calmierato per gli anziani: UAF, infatti, viene spesso fornito come benefit aziendale, oppure viene erogato alle famiglie come servizio aggiuntivo da ospedali, case di riposo, aziende farmaceutiche, gruppi assicurativi. Il nostro obiettivo è arrivare a ridurre il più possibile il costo per gli anziani, fino, potenzialmente, alla gratuità.
La tecnologia in questo caso agisce soprattutto “dietro le quinte”; mentre il processo è reso molto semplice per l’anziano attraverso la prenotazione telefonica, l’algoritmo fa la sua parte per trovare il match migliore tra nonno e nipote: l’analisi, basata su interessi e propensioni caratteriali, è molto accurata, tanto che la maggior parte dei nonni si trova bene con il primo Nipote assegnato, si affeziona e non vuole più lasciarlo. E, infine, la tecnologia ci aiuta anche dal punto di vista dei processi organizzativi, visto che le disponibilità e gli appuntamenti dei Nipoti sono gestiti via App.”
Davide Cuneo