Startup in pillole: vola l’innovazione in campo medico
Un recente studio, dal titolo InnoStars Assessment of Healthcare Innovation Ecosystem Maturity, pubblicato da EIT Health, parte dell’Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia, ha analizzato alcuni ecosistemi innovativi europei (in particolare di Europa centrale, orientale e meridionale) nell’ambito dell’innovazione sanitaria: i risultati questa volta sembrano sorridere all’Italia. Come Paese di riferimento EIT ha scelto Israele, notoriamente ai vertici mondiali dell’innovazione in campo medico. È tuttavia ancora importante notare come il sistema di valutazione riguardi solo le startup facenti parte dei programmi dell’EIT Health e non di tutte le altre. Sono stati utilizzati indicatori sia hard che soft: i primi includono la valutazione, l’occupazione, la raccolta di finanziamenti e di sovvenzioni esterne, e la percentuale di start-up che entrano nel mercato, i secondi l’ordine di grandezza dei finanziamenti, la pipeline di talenti, la gestione, il know-how ed il network.
Se il Portogallo detiene l’ecosistema di innovazione più avanzato, l’Italia, insieme ad un gruppo di altri Paesi, lo segue a ruota. Infatti le aziende italiane censite si sono dimostrate le migliori per numero di dipendenti assunti e superiori alla media per la capacità di raccogliere fondi e per la loro valutazione complessiva. Anche se, nonostante tutto questo, sono state meno in grado di raccogliere sovvenzioni e di fare il loro ingresso sul mercato. Questi risultati sono stati valutati anche secondo una scala di maturità da 1 a 5; ovviamente nessuno ha raggiunto il massimo livello, che è rappresentato da Israele, e va ricordato che non è valutato l’ecosistema in sé, ma evidenzia piuttosto a che punto si trova nel suo percorso di maturità nell’utilizzo efficiente delle risorse a cui ha accesso. L’Italia per quanto concerne la maturità si trova in una posizione mediana, disponendo di una discreta quantità di meccanismi di sostegno all’avviamento ed a una gamma crescente di fonti di finanziamento, tra cui anche programmi governativi e fondi esteri che rendono molto più probabili gli investimenti di imprenditori.
Così ha commentato i risultati Chiara Maiorino, Ecosystem Lead per l’Italia di EIT Health:
“Lo studio dimostra che il nostro Paese è ben posizionato nel sostegno a quelle innovazioni in campo sanitario che consentono ai cittadini europei di vivere più a lungo e in modo più sano. La collaborazione è la chiave del successo in qualsiasi ecosistema di innovazione, ed è fortemente favorita dal networking, che in Italia è molto forte. Esistono molte piattaforme per sostenere diverse start-up durante le varie fasi di sviluppo e in differenti regioni del Paese. EIT Health ha investito finora circa 2 milioni di euro per promuovere l’innovazione in Italia e quasi 60 startup hanno ricevuto circa 3 milioni di euro di assistenza finanziaria, di mentoring, di formazione e di networking”.
Un esempio di azienda italiana di successo in questo campo è PatchAI, sostenuta da diversi programmi di EIT Health. PatchAI si occupa di fornire soluzioni intelligenti di salute digitale per coinvolgere e responsabilizzare i pazienti nella ricerca clinica e nei percorsi di cura. Attraverso la loro piattaforma è possibile interagire con un avatar virtuale che offre consigli personalizzati ai pazienti raccogliendo dati in tempo reale. Dal 2021 fa parte, dopo essere stata acquistata, della statunitense Alira Health. Altri esempi di startup italiane di successo sono OncoWatch, nata per migliorare la diagnostica ed il trattamento del cancro alla prostata, NIB Biotec, sempre attiva nel settore della precedente, e Fidelio Medical, che ha sviluppato la prima soluzione diagnostica digitale che consente uno screening, un monitoraggio e un tutoraggio più semplici per le donne affette da carenza di ferro.