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Legge di Bilancio 2018: formazione e innovazione

di Davide Resmini *

Ci troviamo anche questa volta, come ad ogni fine d’anno, a tirare le somme, delle cose che funzionano o non funzionano, di quello che si è fatto e di quello che si farà, delle visioni, progettualità e prospettive per il futuro. La triste stagnazione del nostro momento economico (ma forse ormai sarebbe più corretto parlare di epoca), è un dato di fatto assodato: dopo un decennio di crolli e cadute, la tendenza non accenna a invertirsi, e d’altra parte non era immaginabile che un cambiamento in questo senso si innescasse autonomamente. Per vedere il nostro mercato rifiorire bisogna individuare nuove strade, perseguire nuovi obiettivi, avere la capacità di vedere spazi differenti da quelli che abbiamo presidiato fino ad ora.

Non voglio, però, cadere nel solito, becero, qualunquismo.

Quando si parla di innovazione viene automatico fare riferimento alla formazione, in particolare quella per le imprese attive che devono sviluppare strumenti per la competitività. Il concetto è trito e ritrito: bisogna investire in formazione.

Ma come? In che modo? Con quali obiettivi?

Quello che vorrei fare adesso è non limitarmi alle frasi fatte e agli slogan da cartellone pubblicitario, ma provare ad entrare nel merito di alcuni concetti specifici.

La nuova legge di Bilancio per il 2018, ad esempio, fissa delle linee guida molto chiare in materia: è stato istituito un credito di imposta fino al 40% del costo del personale che partecipa ad attività formative per incentivare le imprese a investire in questa direzione, con il limite massimo di 300.000 Euro per ogni singola azienda.

Questo provvedimento non solo rappresenta un forte segnale di investimento nei confronti della formazione d’avanguardia, ma andando ad incidere direttamente sui costi dei lavoratori in formazione, aiuta, anche a livello intuitivo, a superare il fastidioso cliché secondo cui la formazione rappresenti principalmente un costo, e non una risorsa.

Entrando nel merito, oltretutto, la cosa interessante è che il testo di legge indica chiaramente le attività ammesse per godere del credito di imposta: non sono contemplati progetti formativi generici o di semplice adeguamento normativo.

La formazione deve essere ricompresa nell’alveo definito dal protocollo “Industria 4.0”.

Ci sono, per tanto, aree tematiche molto precise nelle quali intervenire, che identificano in modo molto netto la strada da seguire per la crescita: big data e analisi dei dati, cloud e fog computing, cyber security, sistemi cyber-fisici, prototipazione rapida, sistemi di visualizzazione e realtà aumentata, robotica avanzata e collaborativa, interfaccia uomo macchina, manifattura additiva, internet delle cose e delle macchine e integrazione digitale dei processi aziendali.

In questa visione la partita per lo sviluppo si gioca sul campo dell’innovazione tecnologica, della digitalizzazione e dell’integrazione fra lavoratori e strumenti informatici avanzati.

Per supportare questi presupposti bisognerà sviluppare metodologie formative veramente innovative, che permettano un apprendimento pratico, situato e specifico.

A questo proposito torna fortemente in campo il tema della formazione “on the job”, direttamente all’interno del contesto aziendale, e pienamente intrecciata con l’attività quotidiana dei lavoratori, che permetta ai singoli e ai gruppi di lavoro di apprendere sperimentando, di essere attori attivi della co-costruzione di nuove conoscenze, immediatamente applicabili ai processi produttivi.

La formazione 4.0 deve generare nuove competenze immediatamente spendibili, che possano fungere da catalizzatori per la competitività delle aziende sul mercato.

È il momento di investire in modo serio e mirato per il futuro, e provvedimenti come quello appena descritto ce ne danno strumenti e possibilità; ora sta agli attori del mercato del lavoro e ai professionisti della formazione cogliere l’opportunità e perseguire un vero piano di sviluppo per l’economia del Paese.

* Federformazione – Federazione Italiana degli Organismi di Formazione e Orientamento

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