Giovani imprenditori per rilanciare Torino
di Giulia Zanotti
Hanno lo sguardo volto verso il futuro ma nel contempo ben fermo e concreto sul presente i giovani imprenditori che venerdì 24 novembre si sono dati appuntamento a Torino per l’evento TopCity, organizzato da Yes4To, la piattaforma interassociativa che da sette anni tiene uniti i gruppi giovani di 22 associazioni di categoria, rappresentando oltre 18 mila persone.
Una call for action a cui hanno partecipato anche nomi dell’imprenditoria innovativa internazionale, come Mateu Hernández, direttore della piattaforma Barcelona Global, che ha realizzato il piano strategico per la città catalana, divenuta un’eccellenza mondiale per l’attrattività e lo sviluppo economico di giovani talenti e Bas Beekman si StartupAmsterdam, il grande hub che si propone di attrarre nella capitale olandese e connettere tra loro numerose start up. Assieme a loro anche personalità di spicco del panorama italiano e torinese: dal numero uno di General Motors sotto la Mole, Paolo Antonioli a Marco Lavazza, vicepresidente dello storico marchio che ha da poco investito nel nuovo centro corporate di Torino. E ancora Antonino Famulari il fondatore di Geouniq, la prima start up italiana a far parte dell’incubatore parigino Station F; Pietro Manenti, di Monster Europe, leader mondiale nel favorire l’incontro tra persone e opportunità di lavoro e Andrea Zanini amministratore delegato di TCN Group, che ha acquistato aziende in difficoltà del territorio piemontese, come Galup e Alba Bianca.
L’obbiettivo uno, chiaro e preciso: rilanciare Torino, rendendola una città attrattiva per investimenti, aziende e giovani talenti e superare così il gap che si è creato tra le promesse del post olimpico e la reale situazione produttiva e lavorativa del territorio.
«Purtroppo Torino è ferma dal 2006, l’anno delle Olimpiadi. Gli ultimi grandi investimenti sono stati fatti proprio in quell’occasione, e di tempo ne è passato. Allora si era sperato molto che i Giochi invernali fossero il punto di partenza per un rilancio della città con ricadute a livello imprenditoriale e occupazionale sul territorio, ma così non è stato» spiega Barbara Graffino, coordinatrice di Yes4To. Perchè i giovani imprenditori riuniti a TopCity hanno le idee chiare: «Non basta la cultura e il turismo. Non basta dire che Torino è bella, deve essere anche una città veloce e dinamica, proiettata nelle sfide del futuro. Le potenzialità ci sono, le idee anche: mettiamole in pratica» aggiunge Graffino.
Insomma, si tratta di innescare un circolo virtuoso tra attrattività, insediamenti di imprese e talenti e sviluppo di nuove possibilità di lavoro. «Se guardiamo alla vicina Milano, – aggiunge la coordinatrice di Yes4To – il capoluogo lombardo ha un’altra velocità e capacità di attirare a sé imprenditori e investimenti. Torino non può essere solo un luogo di eventi culturali o una città per anziani. Un territorio cresce se c’è e lavoro, e c’è lavoro se ci sono investimenti ed attrattività. Per questo con TopCity abbiamo voluto chiamare a raccolta chi in questi anni ha saputo davvero gestire le sfide economiche e sociali del momento proponendo soluzioni nuove e vincenti e attraverso il loro aiuto provare a capire come rilanciare Torino».
E alcune idee ci sono già. A partire da una mappatura dei 300 siti industriali dismessi presenti in tutto il Piemonte che verrà consegnata alla Regione e che potrebbe rappresentare un punto di partenza per attrarre nuove imprese. O l’ipotesi di un Manifacturing Center 4.0 che diventi un polo per le aziende innovative. Proposte, idee che vogliono diventare concrete, am che per farlo hanno bisogno dell’aiuto di tutti e di un dialogo con le istituzioni che fino ad ora è mancato. «Serve una sinergia e la collaborazione di tutti. – spiega Graffino – Le istituzioni, le fondazioni bancarie, i poli di ricerca, la finanza e soprattutto serve anche un ricambio generazionale coinvolgendo maggiormente le forze nuove. Il momento è adesso e anche chi amministra la città e il territorio deve capire che bisogna fare qualcosa di concreto e subito per trasformare la Torino del presente in quella del futuro».