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PEDALUMA !

Di Andrea Doi

Sono arrivate a Torino da circa un mese e hanno fatto parlare di loro, nel bene ma anche nel male, immediatamente. Si tratta del bike sharing a flusso libero: senza stazioni deposito o card. Basta uno smartphone, un’applicazione e sei in sella.

Il primo ad arrivare il 2 novembre sotto la Mole è Gobee.bike, dopo una periodo di prova a Hong Kong e dopo essere stato lanciato a Parigi, Lille, Bruxelles. Duecento bici compongono la flotta torinese di Gobee.bike.

Come detto le biciclette non necessitano di stazioni di deposito e possono essere utilizzate attraverso un’App una volta registrati. Con il telefonino si legge il QR Code, che contrassegna ogni bici, per aprire la ganascia che blocca la ruota.

Stessa modalità per oBike, che ha scelto il capoluogo piemontese per il suo lancio italiano. Si tratta di una start up con sede a Singapore, fondata nel gennaio 2017 è stata la prima a introdurre nel sud-est asiatico il “free floating”. È operativa in oltre 40 città su 26 nazioni tra cui Repubblica Ceca, Grecia, Finlandia, Francia, Ungheria, Polonia, Portogallo e Svezia.

Arrivate anche loro a novembre le due ruote di colore arancione sono cinquecento, ma entro la fine dell’anno diventeranno cinque mila. «Siamo molto soddisfatti dei numeri emersi in questi giorni», spiega Andrea Crociani, responsabile oBike Italia. Continua Crociani: «Da 500 biciclette su strada siamo arrivati a 1.500 con 5.000 iscritti e 15.000 corse. È proprio questo ultimo dato che, come previsto, conferma la dinamicità della città e la voglia di mobilità dei torinesi che hanno fatto registrare un picco di oltre 2.000 corse in una sola giornata».

Quando ci si registra, con carta di credito, l’utente riceve cento punti che andranno ad aumentare in caso di corretto uso della bici e a diminuire nel caso contrario. Più uso improprio verrà registrato e più il costo del servizio sale. Il noleggio è di 30 centesimi ogni 30 minuti e oBike è gratis per i primi due mesi: basta versare cinque euro di cauzione.

«Torino presenta tutte le caratteristiche necessarie per un funzionamento ottimale del servizio – spiega Andrea Crociani, responsabile oBike Italia – Anche alla luce delle ultime rilevazioni ambientali, che segnalano livelli di inquinamento molto elevati per tutte le città del nord Italia, siamo convinti che i torinesi siano molto sensibili al tema dell’inquinamento e della salute».

Appena arrivato il bike sharing a flusso libero ha conquistato i torinesi. Soprattutto i giovani. Ma c’è un lato dolente: i mezzi infatti vengono abbandonati ovunque, spesso senza criteri, diventando delle pericolose barriere per i disabili. oBike cerca di dare il proprio contributo al rispetto delle regole, invitando gli utenti a non lasciare le bici ad esempio nei punti storici torinesi, come piazza Castello e piazza San Carlo. Inoltre vengono dati i punti bonus anche a chi fotografa e segnala una bici che infrange le regole. «Vogliamo che nasca una vera e propria community del rispetto civico della propria città» aggiunge Crociani.

Solo centro oppure presto vedremo le bici a flusso libero in altri luoghi della città? «Al momento – risponde Crociani – siamo partiti con il servizio in particolare nel centro cittadino ma il nostro obiettivo è di collegare anche l’area metropolitana in modo da ridurre le distanze e dare la possibilità a chi abita più lontano e non beneficia di un collegamento comodo, di riuscire a raggiungere agevolmente il resto delle infrastrutture, come metropolitana e altri mezzi pubblici», conclude Crociani.

Purtroppo però sta diventando una pericolosa moda quella di far cadere ad effetto domino le bici o addirittura lanciarle dentro il Po. Si sono registrati numerosi atti vandalici che a poche settimane dal lancio che pongono il problema di come alcuni non abbiano capito l’utilità del servizio, ma che piuttosto abbiano indirizzato la propria stupidità contro le innocenti due ruote.

Detto questo Torino, che nel mese di ottobre ha dovuto indossare la maglia nera in quanto la città più inquinata di Italia, grazie al bike sharing a flusso libero vuole diventare sempre più bike friendly e capitale italiana delle due ruote.

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