Torino capitale della cultura d’impresa 2024
Il 2024 è l’anno di Torino, quantomeno dal punto di vista imprenditoriale. La designazione di Torino come “Città della cultura d’impresa 2024” è stata infatti ufficializzata in un incontro il 30 gennaio 2024 in un incontro a Pavia, città che è stata protagonista del mondo dell’impresa lo scorso anno, da Confindustria. A questa cerimonia era presente per rappresentare la città e raccogliere il testimone l’Unione Industriali di Torino, tra i soggetti che avevano partecipato alla stesura del documento di candidatura, “Torino, spazio al futuro”.
La notizia non è certo un fulmine a ciel sereno: Giorgio Marsiaj, presidente dell’Unione Industriali di Torino nonché tra i maggiori promotori della città per quest’iniziativa, aveva già annunciato a novembre che avrebbe fatto il possibile per portare il titolo a Torino.
Ma non è l’unico ad essersi impegnato su questo fronte, infatti anche il sindaco Stefano Lo Russo, il presidente della regione Alberto Cirio, il presidente della Camera di Commercio della città Dario Gallina, nonché i rettori dell’Università degli studi di Torino e del Politecnico e i presidenti di Fondazione CRT e della Compagnia di San Paolo, hanno avuto un ruolo di primo piano nella redazione del documento.
Il calendario di questa kermesse, ancora in fase di rifinitura, è stato affidato al manager culturale Paolo Verri, vedrà ben 24 momenti distinti oltre a 24 percorsi di visita destinati a rimanere attivi anche al termine dell’anno come eredità di quest’iniziativa. Questi percorsi saranno incentrati sui massimi livelli di innovazione raggiunti dal sistema industriale torinese, che, pure in un periodo di difficoltà, resta uno dei settori trainanti dell’economia cittadina. Non mancheranno ovviamente iniziative in occasione degli eventi più importanti del 2024 torinese, come il Salone del Libro, il Salone del Gusto e la Biennale di Tecnologia che si aggiungeranno ad altri eventi studiati appositamente per l’occasione con ospiti di rilievo internazionale con cui dialogare.
E Torino non sarà sola in questo percorso. È previsto infatti il coinvolgimento diretto di alcune realtà con uno storico e consolidato impianto manifatturiero, come Ivrea, Biella ed Alba, mentre tra le città maggiormente connesse all’iniziativa, oltre a Napoli, ci saranno anche Lione e Tel Aviv, rappresentanti della cultura d’impresa all’estero.
Dopo l’ufficialità dell’assegnazione, il primo a prendere la parola è stato proprio Marsiaj, che ha espresso la sua soddisfazione e commentato alcuni punti salienti dell’iniziativa e della vita economica torinese:
“Questo titolo è un onore per tutti i torinesi: cittadini, imprenditori, rappresentanti delle istituzioni e degli atenei cittadini. Abbiamo lavorato insieme al dossier di candidatura con la volontà di dar vita a un progetto che non fosse solo l’espressione dell’Unione Industriali Torino, ma rappresentativo dell’intero territorio e capace di illustrarne le tante sfaccettature. Il risultato conseguito premia tale approccio ed è un passaggio importante per l’evoluzione della città, un investimento che va oltre l’anno in cui saremo “capitale”, perché guarda nel lungo periodo alla trasformazione del tessuto cittadino, anche grazie a una forte sinergia tra pubblico e privato.
Il nostro dossier di candidatura è intitolato “Torino, spazio al futuro”, che non ha caso era anche il titolo della nostra Assemblea Generale di lunedì scorso; ciò a sottolineare che la nostra sfida è quella di contribuire ad un ridisegno della città, con l’obiettivo di individuare soluzioni sostenibili in termini ambientali, economici e sociali, con una logica inclusiva e di attenzione alle comunità locali.
Perseguendo inoltre l’obiettivo dell’attrattività, sia in termini di investimenti, sia e soprattutto verso le nuove generazioni: portare giovani talenti a Torino è la migliore soluzione per contrastare il declino demografico e nutrire il nostro sistema economico e imprenditoriale di stimoli e proposte innovative.
Oltre alla profonda e sempre viva vocazione manifatturiera di Torino, oggi viene riconosciuta la propensione all’innovazione di una città che sta affrontando l’ennesimo passaggio cruciale della sua storia: dalla monocultura automobilistica a un articolato mix di attività, dall’aerospazio, all’intelligenza artificiale, dall’alimentare, al turismo, allo sport. Settori che, insieme all’evoluzione della mobilità, sono fonte di nuove energie, forse diverse da quelle del passato, ma con lo stesso Dna: una solida cultura industriale unita all’amore per le cose fatte bene.
Senza dimenticare quella proiezione internazionale che fa di quest’area un laboratorio della globalizzazione, in virtù della presenza di grandi multinazionali unita alla naturale predisposizione all’export delle nostre imprese”.
La nascita del titolo “Capitale della cultura d’impresa” avvenne nel 2019 all’interno di Confindustria, seguendo l’ispirazione delle Capitali della cultura promosse dal Ministero. Si tratta di un progetto permanente volto a valorizzare le economie locali con una forte presenza manifatturiera e culturale, capaci di guidare la crescita e lo sviluppo delle aree urbane e metropolitane. In pochi anni, la Capitale ha consolidato la propria presenza nel contesto delle attività di Confindustria, sottolineando l’importanza della promozione innovativa della cultura d’impresa e coinvolgendo attivamente le Associazioni del Sistema Confindustria, le imprese e i territori. Per ottenere questa designazione non esistono dei requisiti specifici, tuttavia è necessario che la città abbia subito una trasformazione e continua a evolversi interfacciandosi con il sistema imprenditoriale e adattandosi alle direzioni di cambiamento promosse da un imprenditorialismo attento e sensibile alle esigenze collettive.
Come per le Capitali ministeriali, anche per concorrere al titolo di Capitale della cultura d’impresa, le Associazioni devono presentare un dossier di candidatura, eventualmente frutto di una collaborazione tra due o più Associazioni. Questo dossier include una dettagliata descrizione della città o del distretto urbano candidato, la presentazione dei partner di progetto (enti locali, imprese o reti di imprese, istituzioni, fondazioni, ecc.) e la descrizione del programma annuale delle iniziative.
Il bilancio dei primi cinque anni della Capitale è senza dubbio positivo. Le Associazioni vincitrici hanno saputo sfruttare efficacemente questa opportunità per consolidare e coordinare partenariati locali, instaurare dialoghi con le istituzioni e la pubblica amministrazione, organizzare eventi, manifestazioni e feste tradizionali, costruendo intorno a questo ecosistema un nuovo racconto incentrato sulla cultura e sulla cultura d’impresa.
Inoltre, il ruolo di Capitale della cultura d’impresa ha consentito di rafforzare i legami con gli enti scolastici e di formazione di ogni grado, promuovendo un investimento mirato sulle giovani generazioni, stimolando nuove conoscenze e un approccio rinnovato al mondo delle imprese.