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Cybersicurezza: Torino maglia nera d’Italia

Secondo il Rapporto CENSIS-IISFA (Associazione Italiana Digital Forensics) sulla sicurezza informatica in Italia, sono Milano e Roma a guidare la classifica delle prime 10 province per il numero di reati informatici denunciati, con 24.077 e 21.637 casi rispettivamente. Tuttavia, è la provincia di Torino con 17.703 a primeggiare per il numero di reati informatici in rapporto alla popolazione, con una media di 7,8 reati ogni mille abitanti (contro i 4,9 di Roma ed i 7,4 di Milano).
Questi dati sono stati presentati durante un evento al Senato promosso da Assocomunicatori. Il rapporto ha rilevato che l’incremento degli attacchi informatici e l’ampliamento delle minacce nel campo della cybersecurity stanno influenzando le abitudini e le condotte di vita degli italiani.
Nel 2022, gli attacchi informatici a infrastrutture sono più che raddoppiati rispetto all’anno precedente, registrando un aumento del 138%. Nel periodo tra il 2012 e il 2021, i reati informatici denunciati alle autorità giudiziarie dalle forze di polizia sono aumentati del 155,2%, in contrasto con il trend generale dei reati, che è diminuito del 25,4%. Il rapporto ha anche evidenziato che oltre il 70% degli italiani utilizza password diverse in base ai servizi utilizzati, il 70,3% ha un antivirus installato e aggiornato sul PC di casa e il 75% sul PC di lavoro. Circa il 54% degli italiani utilizza sistemi di autenticazione più complessi della password, come l’autenticazione biometrica o OTP via SMS.
Per quanto riguarda le imprese, nel 2022 il 15,7% delle imprese italiane con 10 o più addetti ha riscontrato problemi di sicurezza ICT, mentre il 20,6% degli italiani ha riferito di essere stati testimoni di almeno un attacco informatico sul proprio luogo di lavoro nell’ultimo anno. A giugno 2022, il numero delle imprese specializzate nella protezione contro gli attacchi informatici ha raggiunto le 3.147 unità, registrando un aumento del 5,4% rispetto al settembre dell’anno precedente.

Alessio Butti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per l’Innovazione, ha commentato così i dati emersi dalla ricerca:

“Leggendo lo studio ho trovato molte interessanti conferme e molte sorprese. Difendere noi stessi, i nostri dati, le nostre infrastrutture strategiche è una priorità assoluta da gestire in sinergia con gli alleati europei, con quelli occidentali, con il tessuto produttivo del Paese e con le migliori eccellenze della ricerca. Ne sono dimostrazione i dati da voi rilevati. Colpiscono soprattutto il raddoppio anno su anno degli attacchi informatici alle infrastrutture e l’aumento delle minacce informatiche per gli utenti. L’impegno profuso dal Governo e dall’Europa su questo fronte sta dando i suoi frutti”.


Ettore Rosato, Segretario Copasir, appare più preoccupato dalla questione dell’aumento degli attacchi informatici:

“Siamo in un ambito che richiede una grande innovazione da parte del sistema-Paese. L’invasione in Ucraina ha messo in luce la debolezza di un settore sul quale non si è ancora investito abbastanza. In tal senso, abbiamo di fronte delle scelte importanti da fare. In primis investire sulla formazione di personale specializzato. Occorre, inoltre, prevedere strumenti legislativi adeguati e incentivi per difendere il know how del nostro sistema imprenditoriale”.


Bruno Frattasi, Direttore Generale Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, invece fa notare che non è un caso che i casi siano in aumento e mette in correlazione l’incremento di questo tipo di crimini con il fisiologico aumento dell’utilizzo di dispositivi digitali:

“L’incremento dei dati informatici è un fattore correlato all’aumento della superficie digitale che è stato il risultato un po’ anche della pandemia. Stiamo utilizzando sempre di più i mezzi digitali in correlazione a quella che è la trasformazione digitale del Paese, che è un bene che avvenga ed è un processo che non si deve fermare. La missione che abbiamo come Agenzia è quella di far capire a tutti che la trasformazione digitale deve avvenire in sicurezza, ovvero attraverso continui e adeguati investimenti nel campo della sicurezza informatica”.


Per Ivano Gabrielli, Direttore Polizia Postale, ha sottolineato come sia fondamentale educare i cittadini per ridurre il fenomeno:

“Il Rapporto è uno strumento completo per orientare la nostra azione in termini di progetti e risorse. La fonte di attacchi principali rimane quella di matrice criminale, aumenta la percezione del rischio da parte dei cittadini. È fondamentale puntare sulla formazione delle persone e porre maggiore attenzione sul tema degli investimenti”.


Giovanni Gagliano, Comandante VI Reparto dello Stato Maggiore della Difesa, ha rincarato la dose, dichiarando che “quando si parla di Cybersicurezza non si è mai abbastanza sicuri. Più aumenta la digitalizzazione più aumenta la superficie di attacco. Oltre al dominio terrestre, aereo e marittimo la NATO ha previsto anche il dominio spaziale e cibernetico. Si tratta di un ambito che non può essere riservato soltanto agli addetti ai lavori. È fondamentale tenere in considerazione la grande capacità di influenza del settore cibernetico, pertanto occorre potenziare la strategia di difesa, di formazione e le competenze del personale per garantire la libertà e il benessere del Paese”. Questa strada è effettivamente in discesa secondo Giuseppe De Rita, Presidente del CENSIS, che ha dichiarato:

“Ci sono segnali nella società italiana che indicano la diffusione di posture difensive, talvolta inconsapevoli, contro gli effetti malevoli del cybercrime e degli attacchi informatici, oramai una costante dell’attuale fase storica. Su questa reazione sociale dal basso occorre lavorare per accrescere la consapevolezza sul cyber risk e per creare le condizioni affinché i livelli di protezione crescano anche tra le componenti della popolazione più vulnerabile per condizione sociale, culturale o anagrafica”.


Gerardo Costabile, Presidente di IISFA (Associazione Italiana Digital Forensics) e AD DeepCyber (Maggioli Group), ha sottolineato ancora una volta invece il ruolo fondamentale della Cybersicurezza non solo nella sfera privata, ma anche a livello statale:

“Il valore della Cybersecurity è ormai sempre più strategico per il nostro Paese. La dimensione della sicurezza informatica e della salvaguardia dei dati personali ha assunto una sua indiscutibile centralità. In un momento storico particolare, dove l’intelligenza artificiale sta facendo passi da gigante, questo studio dimostra che l’elemento umano può fare ancora la differenza. Occorre consolidare una cybersicurezza nazionale che renda i cittadini sempre più consapevoli dei rischi che corrono utilizzando gli strumenti informatici, mentre le aziende sono chiamate a migliorare la loro postura e coinvolgere tutta la popolazione nella formazione sul tema. Serve una nuova cultura digitale, che mi auguro possa presto coinvolgere attivamente anche l’intero sistema scolastico”.


Infine Domenico Colotta, Presidente di Assocomunicatori, ha ribadito il concetto dichiarando che “nel mondo attuale, la sicurezza informatica rappresenta ormai una necessità per governi, cittadini, aziende pubbliche e private, ed è fondamentale essere consapevoli circa l’importanza della protezione da eventuali attacchi cibernetici. Ciò emerge chiaramente dal Rapporto CENSIS-IISFA presentato al Senato, che ha anche l’intento di alimentare il dibattito pubblico sui rischi collegati alla sicurezza in rete. È quindi imprescindibile saper comunicare il giusto valore della Cybersecurity ed è indispensabile sviluppare una nuova cultura digitale, volta all’educazione e alla divulgazione dei temi informatici, a beneficio di tutto il sistema-Paese”.

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