Attualità

Calano gli investimenti in startup, ma resiste il BioTech

L’Italia resiste alla flessione globale degli investimenti in startup nei primi sei mesi del 2023. Sono circa 487 milioni di euro i capitali raccolti da gennaio a giugno, per un totale di 84 deal, poco meno della metà rispetto al miliardo dei primi sei mesi dello scorso anno, con 96 deal. La flessione nel nostro Paese è così in linea con la tendenza globale pari al 51,17% rispetto allo stesso periodo del 2022. Il calo degli investimenti non riguarda infatti solo il nostro Paese, ma si registra a livello mondiale.

A giustificare questa riduzione ci sono diversi componenti, tra cui l’assenza di grandi deal (sopra i 100 milioni) e l’elevata incertezza che pesa a livello globale causata da fattori come guerra e inflazione. Sono queste le principali evidenze che emergono dal report realizzato da StartupItalia e presentato nella cornice di Sios23 summer: Insieme, il summit organizzato in collaborazione con Sace, il gruppo assicurativo-finanziario direttamente controllato dal ministero dell’Economia e delle Finanze e con l’Università Luiss Guido Carli, che per la prima volta ha riunito a Roma il mondo dell’impresa, quello istituzionale e associativo e l’Accademia per fare il punto semestrale sugli investimenti in Italia, sulle prospettive del settore e sui principali trend emergenti.
Queste le parole di Dario Scacchetti, Ceo di StartupItalia:

”L’ecosistema italiano ha saputo reggere l’onda d’urto di un periodo storico condizionato da difficoltà oggettive, grazie anche ad una serie di round significativi di alcune  startup  in settori estremamente competitivi a livello internazionale come il biotech, il medtech e il comparto dell’energia, che confermano l’attrattività della nostra filiera e l’importanza che il nostro tessuto riconosce alla cultura dell’innovazione.
Il calo degli investimenti in startup non sorprende, vista la flessione globale degli investimenti nel settore in diversi Paesi europei, così come negli Stati Uniti e in Cina. Sono elementi che confermano il valore del nostro tessuto imprenditoriale e confermano il livello raggiunto dalla nostra filiera dell’innovazione, che vede crescere sempre di più il numero degli attori tra startup, istituzioni, università, incubatori e fondi di venture capital. Un settore dove stanno iniziando a giocare un ruolo importante anche le Pmi innovative, protagoniste di processi di digitalizzazione e sperimentazione di nuove tecnologie, che permettono di aprirsi e di competere in nuovi mercati anche a livello internazionale. Abbiamo un ecosistema che sta crescendo, che ha bisogno di attenzione da parte delle istituzioni, che può generare nuovi posti di lavoro”.

Dopo anni di aumento del numero dei round e del volume di raccolta, i primi sei mesi del 2023 registrano un calo evidente rispetto allo scorso anno. Il resto dell’anno dovrebbe seguire il trend al ribasso: secondo le previsioni di Atomico, gli investimenti in innovazione a livello mondiale dovrebbero attestarsi alla fine di quest’anno a 51 miliardi a livello globale (-39%) rispetto allo scorso anno con 32 miliardi in meno e circa la metà rispetto al 2021, quando la raccolta nel Vecchio Continente aveva raggiunto i 106 miliardi. Come lo scorso anno anche nel primo semestre del 2023 a correre sono soprattutto gli investimenti nel biotech.
Su 84 deal totali, 13 riguardano  startup che operano nel comparto della biotecnologia (15,6% circa). Al secondo posto, sempre nel campo medico, i cinque investimenti in startup medtech, nel turismo e nei servizi (6,02%). A pari merito i deal finalizzati da startup che operano nel campo del lavoro, energia, agritech ed edutech (4,8%). A seguire le tre operazioni chiuse nel campo del fintech (3,6%) e ancora gli investimenti realizzati nel deeptech, nel delivery, in nuovi materiali e cybersecurity (2,4%). Tanta varietà infine in investimenti in campi originali e molto tecnici come crowdtesting, doppiaggio, manutenzione tubature che arricchiscono la categoria ‘Altro’, che pesa per il 6,02%.
A livello regionale, su 83 deal poco meno della metà (38) hanno come protagoniste startup lombarde (il 45,7%). Segue il Piemonte con 14 deal 16,8%. Terza regione in classifica per numero è l’Emilia Romagna (9,6%). Una sola operazione infine (1,2%) in Campania, Molise, Sardegna e Liguria. Va in controtendenza allo stato degli investimenti l’equity crowdfunding, che raddoppia nel complesso il suo valore. Secondo i dati dell’Osservatorio Crowdinvesting, da gennaio a maggio si registrano 75 campagne chiuse con successo con una raccolta complessiva di 37 milioni, rispetto ai 18.605 milioni dello scorso anno, segnando una crescita del +49%.

Sono 14 i round dai 10 milioni in su, 4 i round più significativi che hanno cubato complessivamente circa 200 milioni. A dominare la classifica c’è Bending Spoons: la startup che sviluppa e commercializza app per smartphone ha raccolto 70 milioni di euro. Nove in meno, 61 milioni invece sono andati a AAVantgarde Bio che si concentra sullo sviluppo di terapie geniche per le malattie ereditarie della retina. Il traguardo dei 40 milioni è stato raggiunto da due startup italiane nel 2023, Alps Blockchain ed Energy Dome, entrambe focalizzate sulla riduzione del consumo energetico. A questi si aggiunge, notizia di ieri, l’investimento di 4,7 milioni di euro a Jet HR, il pre-seed più alto mai ottenuto da una startup italiana.

Condividi questo articolo