BlockVISION, la blockchain made in Torino per la moda
Si sente sempre più parlare delle ‘blockchain’ e del grande potenziale che portano con sé. Le blockchain sono nello specifico una ramificazione dei ‘registri distribuiti’ (o ‘distributed ledger’, in inglese), una tecnologia basata su una rete informatica che consente di gestire, sincronizzare e verificare in maniera sicura e inequivocabile – attraverso la crittografia – un sistema di dati e informazioni (come le transazioni, ad esempio), senza ricorrere a enti centrali di verifica (come le banche o altri).
Tracciabilità, sicurezza e condivisione sono dunque i tre pilastri fondamentali delle blockchain. Ma quali sono le effettive applicazioni delle blockchain, tralasciando gli Nft e le criptovalute, che finiscono spesso per portare confusione? Cosa succede se il sistema delle ‘catene’ incontrasse un settore come quello della moda? BlockVISION ha avuto esattamente questa idea.
Questa startup è nata nel 2021 a Torino con l’obiettivo di rivoluzionare l’industria della moda attraverso la tecnologia delle blockchain, garantendo la tracciabilità della catena produttiva e la qualità dei prodotti stessi. Non solo: l’obiettivo è anche quello di ottimizzare l’impatto ambientale e sociale. Il tutto, attraverso un ‘passaporto digitale’ per i vestiti in grado di raccontare, anche inquadrando con la fotocamera un semplice QR-code, “l’incredibile viaggio che gli indumenti compiono” prima di arrivare a destinazione. I vestiti, in effetti, hanno una storia da raccontare di cui spesso si conosce poco o nulla. E così, grazie al passaporto digitale di BlockVISION, non solo è possibile capire il reale impatto del prodotto sull’ambiente – dall’inquinamento prodotto per i materiali grezzi o per il packaging -, o l’origine dei vestiti stessi (tra spedizioni e non solo), ma anche capirne la reale qualità, le giuste modalità di trattazione (per lavarli o sistemarli, ad esempio) e altro ancora. Il tutto, con incredibili benefici anche a livello di business: non solo si stima “un aumento del 400%” sui primi acquisti, ma anche una crescita della fidelizzazione dei clienti, sempre più soddisfatti di sapere realmente cosa indossano e da dove provengono i propri capi preferiti.
Un’idea dunque questa non solo innovativa per gli strumenti attraverso i quali si propone di agire, ma anche di forte impatto ambientale, rendendo più evidente ai cittadini il costo in emissioni del loro acquisto.
Davide Cuneo