Record crowfunding per Winelivery
Winelivery, l’enoteca digitale milanese sbarcata anche a Torino a gennaio, come abbiamo raccontato nel numero scorso, ha segnato un record. La start up che si occupa del servizio di consegna a domicilio di vino e birra, via applicazione o tramite web, con un anticipo di 20 giorni ha chiuso la sua seconda campagna di equity crowdunding, ovvero delle risorse in cambio di quote.
Non solo. Raggiungendo i 400 mila euro, la società fondata nel 2016 da Francesco Magro e Andrea Antinori, è entrata nella storia di CrownFundMe: si tratta infatti della cifra più alta raccolta da un progetto su questa piattaforma.
Ben 232 gli investitori che credono in Winelivery, che nel gennaio 2017, sempre con una campagna di equity crowdunding aveva raccolto 150 mila euro.
Una parte dei quattrocento mila euro serviranno per le operazioni di marketing, per potenziare il servizio dov’è presente e per aprire nuove sedi. Winelivery con i fondi raccolti intende anche ampliare i comparti logistici e del personale, rafforzare l’identità del brand, intervenire sulla parte tecnologica a livello user experience, sia di miglioramento e automazione dei processi interni.
Tra nuove sedi Torino è destinata ad avere un occhio di riguardo, come spiegano Magro e Antinori: «Dopo Milano e Bologna, il capoluogo piemontese era una tappa d’obbligo grazie alle sue caratteristiche che tanto la accomunano alla città meneghina».
«Inoltre, forti del buon gusto in fatto di vino che caratterizza i torinesi, ci sentiamo di dire che non ci vorrà molto prima che si raggiungano i livelli di vendite che abbiamo nel capoluogo lombardo», concludono i due fondatori di Winelivery.
Tornando al record segnato dalla start up è intervenuto l’amministratore delegato di CrowdFundMe, evidenziando il successo: «Siamo estremamente soddisfatti dei risultati di Winelivery – ha commentato Baldissera – in meno di un anno sono riusciti a raccogliere più di mezzo milione di euro da oltre 300 investitori».
L’ad di CrownFundMe aggiunge che «Winelivery ha dimostrato di saper mettere a frutto i capitali raccolti nella prima campagna, aprendo in nuove città, come Bologna e Torino, oltre a rafforzare il mercato di Milano. Il business è cresciuto e così ha fatto il valore dell’azienda: gli investitori della prima campagna hanno visto una rivalutazione delle loro quote del 240%».
Per Baldissera infine «questo ha fatto sì che il team ottenesse grande credibilità e, in effetti, la seconda campagna ha esaurito il capitale a disposizione in pochissimo tempo».
Raggiunto un traguardo si pensa già allo step successivo: entro la fine del 2018 aprire in altre sei città italiane ed essere pronti a dare uno sguardo anche all’estero.