Cambia tutto
di Andrea Araldi
Entro la fine del 2018 e nei primi mesi del 2019 cominceranno a girare nelle strade di molte città del mondo auto pubbliche e/o per il trasporto collettivo senza guidatore.
Automezzi che potranno circolare 22/23 ore al giorno, con costi chiaramente contenuti non dovendo retribuire personale alla guida, con meccanismo di utilizzo e sharing che ottimizzeranno percorsi, numero di passeggeri trasportati, ricavi, margini. Il car sharing che noi conosciamo oggi (e che a me cinquantenne sembra già “innovativo”!) sembrerà rapidamente la preistoria. Sistemi di intelligenza artificiale collegati a sistemi di sharing cui gli utenti accedono direttamente tramite i device mobili permetteranno infatti di prenotare le corse o “ prendere al volo” i mezzi da soli o in condivisione con altri utenti, i costi resi possibili dall’automazione dei sistemi di guida saranno assolutamente abbordabili e di fatto renderanno l’utilizzo delle auto private assolutamente non competitivo se non in specifiche situazioni o come divertissement.
La fantascienza che nel lontano 1990 ci raccontava di Arnold Schwarzenegger che staccava la testa al taxista robot di Atto di forza (Total Recall, film tratto da uno dei meravigliosi racconti di Philip Dick) sarà tra poco una semplice realtà che nel giro di pochi anni diventerà la norma.
Tecnologie, metodi, impatti sono sicuramente oggi non completamente e compiutamente prevedibili.
Per non parlare delle altre grandi rivoluzioni, alcune prossime nel tempo, alcune forse ancora futuribili: elitaxi, droni per le consegne, internet delle cose applicato al settore automotive, servizi georeferenziati. Siamo ormai abituati che sicure profezie siano state rapidamente smentite dal reale evolversi degli eventi, ma appare ormai predestinato e immutabile che il progresso nel settore renda effettiva e imminente una rivoluzione. Una rivoluzione che andrà a cambiare completamente i progetti, paradigmi dei sistemi urbani e (magari in misura minore) dei sistemi regionali delle comunicazioni. Il territorio, la produzione, la rendita fondiaria, lo sviluppo sociale ed economico, la distribuzione della popolazione sono tutti elementi che saranno radicalmente trasformati e talvolta travolti da questa rivoluzione. Per non parlare ovviamente del sistema del trasporto pubblico, della relazione del traffico, delle ztl, delle zone pedonali.
La progettazione dello spazio in cui viviamo non può più fondarsi su quanto sino a pochi anni fa era assodato. Per non parlare ovviamente del quadro normativo, che in un evento di così ampie proporzioni e di così enormi effetti, non può che provare a cercare nuovi sistemi, nuove soluzioni, nuovo modi di contemperare interessi contrapposti e visioni spesso diametralmente divergenti.
L’auto intelligente senza conducente è la chiave in volta delle nuove città. Con una progettualità ancora non chiara ma che dovremo affrontare nei prossimi 24/36 mesi per non ritrovarci a ragionare su modelli resi obsoleti dall’innovazione.
Sicuramente non si tratta di uno scenario facile e non esistono situazioni già collaudate e perfezionate.
La capacità delle classi politiche e dirigenti di cogliere anche in modo competitivo le possibilità sarà il fattore discriminante per soluzioni di successo rispetto a risposte che possono essere inadeguate e limitative quindi per lo sviluppo dei territori coinvolti.