La Venere di Torino
di Edoardo Valle
Una vera e propria “supercar”, quella che verrà prodotta a breve a Torino. Si chiama Venere è sarà la prima Limousine elettrica. Non solo lussuosa però: sarà in grado di superare i 250 chilometri all’ora e di accellerare da 0 a 100 Km/h in meno di tre secondi. Dal 2019 saranno tra le 400 e le 500 unità all’anno ad uscire dalla fabbrica.
Il prototipo, che verrà presentato al Salone di Ginevra, dall’8 al 18 marzo, nasce dalla partnership tra I-DE-A Istitute, storica casa italiana di design e Lvchi Auto, produttore cinese di vetture elettriche.
Fondata nel 1978 dall’ingegnere Franco Mantegazza e da Renzo Piano, eccellenza dell’automotive negli anni ‘80 e ‘90, Idea Institute è uscita dal tunnel dopo i cambi di proprietà che dal 2000 al 2010 l’avevano portata a perdere fino a 20 milioni.
«L’azienda ha chiuso il 2017 in leggero utile, ha un portafoglio ordini per 40 milioni di euro dalla Cina, prevede nei prossimi due anni 40-60 assunzioni (i dipendenti sono 120) e investimenti per 40 milioni», spiegano Domenico Morali, amministratore delegato e Giuseppe Migliora, direttore generale.
Ma torniamo a dati tecnici: una quattro porte a zero emissioni lunga 5,11 metri. Peserà 2.100 Kg (comprese le batterie da 100 kWh). Carrozzeria in fibra di carbonio. Come detto Torino è pronta a produrla, grazie all’azienda di Moncalieri I-DE-A Istitute, che dal 2015, tre anni dopo la ristrutturazione, s’impegnata nello sviluppo di auto elettriche.
Sempre sotto la Mole nascerà anche un centro di ricerca sui veicoli elettrici, che punta a essere un’eccellenza a livello europeo.
Il piano di sviluppo di Lvchi Auto prevede anche la produzione di un nuovo modello di citycar elettrica. «Per la produzione in Italia di Venere e della city car è già stato individuato a Torino uno stabilimento e l’operazione sarà finalizzata entro aprile», commenta Morali che con Migliora controlla Idea Institute attraverso una holding. «È dal 2012 che lavoriamo giorno e notte per riportare la società ai fasti di un tempo e ora riteniamo di avere intrapreso la giusta strada, anche grazie alla partnership con i cinesi di Lvchi Auto. Il nostro obiettivo è quello di dare continuità all’azienda, lavoro a 120 persone e assumerne altre”, affermano i due manager. Quanto alla possibilità di cessione in futuro di una quota, “valuteremo eventuali proposte, che al momento non sono all’orizzonte».
Con sede presso l’E-Business Park di Huaxin a Shangai, LVCHI Auto è divisa in 17 dipartimenti, di cui un centro di ricerca e sviluppo e 5 centri strategia, e al suo interno lavorano oltre 400 persone, il 75% dei quali presso il Centro di Ricerca e Sviluppo.
Ecco le parole di Xiangyin Wang, presidente di LVCHI Auto: «Riteniamo di poter diventare un player leader di questo mercato, grazie alle competenze dei nostri ingegneri e alle capacità dei nostri partner. Abbiamo piani di sviluppo che ci porteranno a lanciare auto elettriche dotate delle migliori tecnologie. Auto di cui Venere è solo il primo e più illustre rappresentante, grazie anche all’abilità del nostro partner italiano, I.DE.A. Institute».
«Condividiamo con LVCHI Auto un approccio basato sulla concretezza, sull’idea che “First we prove, then we talk” – racconta Morali – Al Salone di Ginevra presenteremo un prototipo performante, frutto dei primi mesi di progettazione con prestazioni che saranno certificate dal CSI a febbraio. Quella che si vedrà a Ginevra sarà una vettura prestazionale, sintesi di innovazione, design e qualità costruttiva, che vogliamo sia il biglietto da visita di Venere sul mercato. Inoltre LVCHI Auto si è dimostrata un partner affidabile con una chiara vocazione internazionale, che ha deciso di portare lo sviluppo dei suoi nuovi modelli a Torino, trovando in I.DE.A. Institute il partner ideale».
Non solo Limousine. Nel piano di svilluppo infatti sono previste SUV, MPV e “Urano”. Si tratta di una berlina elettrica ad alte prestazioni, già presentata a Shangai a gennaio e che verrà prodotta entro il 2021.
Inoltre gli ingegneri di I.DE.A stanno lavorando a due tipologie di Citycar, a due e quattro posti, proprio partendo dalle innovazioni tecniche utilizzate per Venere.