Gli eroi di Maratea
di Asia De Angelis e Diego Castagna
Si è conclusa il 23 settembre la seconda edizione di “Heroes meet in Maratea”, il Festival Internazionale dedicato agli Innovatori, con la consegna di un assegno di ventimila euro a Massimo Papale, di Fluidia Biotech, start up di Bari di biologi molecolari super tecnologici, visionari, come da definizione di H.D.Thoreau: “Gli eroi e gli scopritori hanno trovato il vero, più di quanto fosse prevedibile, solo quando si aspettavano e sognavano qualcosa di più di quanto sognato dai loro contemporanei”. L’Innovazione che parte anche da Sud fa tappa a Maratea nella costiera del Basso Cilento, ai piedi di un monumentale Cristo Redentore sulla cima del Monte di San Biagio, a picco sul mare. Non solo tecnologia, ma visite, escursioni, conoscenza del territorio, pronti ad attirare ospiti di rilevanza come Venturelli, Fenton e Pereira. Importanti certo, ma non solo. Spazio anche alle start up con la competizione “Heroes Prize Competition”, dove i rappresentanti delle 5 tra le migliori start up sono stati ospitati da una famiglia marateota per un pranzo durante il quale hanno dovuto convincere i commensali della fattibilità della propria idea. La migliore, selezionata con il supporto di una giuria specializzata, si è aggiudicata il premio finale.
Non solo visibilità, ma possibilità. Moltissime le tematiche trattate nei tre giorni. Cinquecento partecipanti tra leader d’impresa, investitori, intellettuali, creativi, policy makers, start up e Business Angels, figure essenziali per chi ha un sogno e che con un Pitch di pochi minuti deve convincerti che la sua idea é vincente. Tra gli eroi dell’innovazione troviamo piattaforme per organizzare o partecipare a qualsiasi tipo di evento in casa, con un click vedi quello che c’è intorno a te, ti iscrivi e sei in pochi secondi a casa di qualcuno che condivide i tuoi stessi interessi e che probabilmente, a cena, ascolta la tua stessa playlist su Spotify; oppure mentre sei in vacanza decidi di volerti fare un giro per quei paesini arroccati passando per la costa, ma solo l’idea di buttarti nel traffico ti fa passare il desiderio…allora accendi il tuo telefono e ti colleghi ad un’app che ti permette di noleggiare biciclette a pedalata assistita munite di tablet con percorsi turistici integrati. Pedali, non fai fatica e soprattutto non ti perdi. E se dovesse succedere c’è un’app che con poche coordinate chiama un soccorso e geolocalizza la tua posizione e mentre stai ancora finendo la tua carrellata di selfie ti hanno già trovato. A Maratea soprattutto gli angeli del business, ex titolari di impresa, managers in attività o in pensione, che dispongono di mezzi finanziari, di una buona rete di conoscenze e di una solida capacità gestionale e di un buon bagaglio di esperienze. Sono esperti nella gestione di un business e propensi ad acquisire una partecipazione in aziende con alto potenziale di sviluppo.
L’obiettivo dei Business Angels è quello di contribuire alla riuscita economica di un’azienda ed alla creazione di nuova occupazione. «Oggi che il governo impegna 13 miliardi di euro per il Piano Industria 4.0, ribadiamo che gli sforzi si devono concentrare in un recupero di managerialità nel tessuto produttivo»: così il presidente Federmanager, Stefano Cuzzilla, a margine della prima riunione del Comitato Guida presso il ministero dello Sviluppo economico. «Intendiamo sostenere il governo nell’attuazione di una trasformazione necessaria e urgente e ci attendiamo un maggiore coinvolgimento che corrisponda alla consapevolezza della centralità delle competenze manageriali in questo processo». Soprattutto alla luce della grande trasformazione legata alla digitalizzazione e alla Fabbrica intelligente. E’ sufficiente utilizzare uno smartphone di ultima generazione per capire come la digitalizzazione significhi sostituzione del lavoro dell’uomo con il robot. E la trasformazione non riguarda solo la Fabbrica. «D’ora in poi parleremo di Impresa 4.0 e non più di Industria 4.0, l’impegno si allarga dalla sola manifattura a comprendere anche il mondo dei servizi», Carlo Calenda, il ministro di Industria 4.0 ricorda i dati positivi sugli investimenti in beni strumentali e sulla ricerca in ricerca, sviluppo e innovazione, mentre il venture capital richiede azioni correttive, e i competence center sono in ritardo. «Quella che emerge come l’area più difficile è però quella delle competenze digitali e della loro formazione: qui deve agire direttamente lo Stato, promuovere “Lavoro 4.0” e “Competenze 4.0”. Solo dopo aver fatto questo potremo dire di aver fatto in Italia dopo tanti anni un piano di politica industriale moderno». “Industria 4.0” è anche una straordinaria opportunità, in particolare per l’Italia, repubblica fondata sul manifatturiero più che sul lavoro. Se l’Italia non si aggancia al processo di digitalizzazione semplicemente si taglia fuori dalle dinamiche produttive mondiali, con le conseguenze che facilmente si possono immaginare in tempi di globalizzazione e di società iperconnessa, per citare una felice definizione di Piero Dominici. Serve quindi un progetto di sistema che metta assieme i pezzi, dall’alternanza scuola e lavoro al Jobs Act: un approccio olistico alla “Fabbrica 4.0”, che va oltre la fabbrica e ragiona in termini di innovazione di ecosistema, dal prodotto al consumatore, passando per il sociale o il food citizen.