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In Italia avanza Green Vibes, il primo e-commerce di sex toys eco-sostenibili

Sono tonnellate i rifiuti a livello globale prodotti ogni anno dall’industria dei sex toys. Tra condom e lubrificanti stiamo parlando di 100 e le 150mila tonnellate, che oltre ad essere estremamente inquinanti spesso non sono neanche ricicla- bili, nonché impossibili da separare nelle loro sottocomponenti.
Per questo motivo in Italia una start up, la Green Vibes, di Valentina Dell’Arciprete, Chiara Maggio, Paolo Meola e Serena Moro, offre prodotti singoli e Love Box, pensate apposta per offrire percorsi tematici ed esperienze orientative che, oltre a fornire tutti gli strumenti per esplorare ogni forma di piacere, permettono alle persone di andare più a fondo nella scoperta di sé, della sessualità e del vivere sostenibile.
“Studiamo ogni prodotto per garantire alti standard medico-sani- tari, tracciamo la produzione per un minore impatto sull’ambiente e sui lavoratori e scegliamo materiali che tutelino il più possibile il Piane- ta, tra quelli proposti dal mercato”, spiega Chiara Maggio, psicologa e co-fondatrice della startup.
“Il nostro sogno non è far arrivare un sex toy su ogni comodino – racconta Serena Moro –, ma che su ogni comodino su cui c’è un sex toy, quel sex toy sia stato prodotto in modo responsabile”.
Gli obiettivi della startup in questo scenario sono molteplici: “da un lato, abbiamo sviluppato un e-commerce che propone prodotti accuratamente analizzati, controllati e selezionati, garantendone caratteristiche di sostenibilità ambientale e sociale, oltre che di sicurezza per la salute. Finanziamo, inoltre, progetti di energia rinnovabile, riforestazione e affini, verificati dall’ente inter- nazionale Gold Standard: per ogni Love Box acquistata, compensiamo 70kg di CO2”.
In Europa, annualmente, circa 2 milioni di persone acquistano sex toy, per una spesa che si aggira intorno ai 200 milioni di euro complessivi. L’età degli acquirenti e degli interessati è tra i 25 e i 54 anni. Queste persone si dichiarano propense e disponibili a spendere senza problemi tra il 6% e il 12% in più pur di avere dei prodotti che rispettino alti standard di sostenibilità ambientale e di filiera produttiva.

Giulia Zanotti

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